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Manduria è equidistante da Taranto, Lecce e Brindisi: da qui il motto cittadino “Il Salento ha un cuore”. È detta la Città dei Messapi e del Primitivo; il suo vino è infatti famoso in tutta Italia ed esportato anche in California.
La storia della città affonda le sue origini in epoche lontane, fu infatti uno dei più importanti centri messapici, di cui restano parti delle mura megalitiche e la necropoli. Durante la sua storia Manduria è stata più volte distrutta, perdendo anche il nome e divenendo Casalnuovo, per poi riprenderlo nel 1789, grazie ad un decreto reale di Ferdinando I di Borbone.
Il borgo antico di Manduria è caratterizzato da un dedalo di strade strette e tortuose, al centro del quale si trova la triangolare piazza Giuseppe Garibaldi, dominata dalla sagoma imponente di palazzo Imperiali. Il palazzo fu costruito nel 1719 sui ruderi del preesistente castello medievale, ha un grande portale ed una balconata in ferro in stile rococò; come la maggior parte dei palazzi dell’epoca, varcato il portale si entra in una elegante corte.
Partendo da palazzo Imperiali si arriva facilmente nei pressi della Chiesa Madre, costruita tra il XV ed il XVI secolo su di un precedente edificio di culto medievale; a questo appartengono i leoni in pietra ai lati del portale di ingresso. L’interno è a croce latina articolata in cinque navate di diverse dimensioni, il soffitto di quella centrale è in legno ed è impreziosito da un bassorilievo del protettore della città, San Gregorio Magno. Di fronte alla Chiesa Madre oltrepassando un grande arco si entra nel quartiere ebraico, con le case che hanno mantenuto le caratteristiche dell’epoca risalenti al XV secolo.
I resti delle mura megalitiche visibili soprattutto nei pressi della chiesa dei Cappuccini, e tutta l’area della necropoli di Manduria, fanno parte del Parco Archeologico delle Mura Messapiche. Nei pressi della chiesa dei Cappuccini, si trova anche il Fonte Pliniano, molto probabilmente risalente all’epoca messapica. Il fonte, è una grotta naturale del diametro di 18 metri accessibile grazie ad una scalinata, all’interno del quale vi è una fonte d’acqua; probabilmente in epoche remote era una grotta sacra dedicata ad una divinità delle acque. Sempre nelle vicinanze e rientrante nel parco, è la chiesetta di S. Pietro Mandurino, costruita su di una cripta ipogea, probabilmente una tomba a camera di epoca classica.
All’interno dell’ottocentesca sede del Consorzio Produttori Vini, è allestito il Museo della Civiltà del Vino Primitivo, un museo etnografico sula civiltà contadina. All’interno del museo sono esposti oggetti di vita quotidiana utilizzati nelle case e attrezzi specifici quali torchi, utilizzati per la vinificazione.